venerdì 3 settembre 2010

Una poesia per L'Aquila di Marcia Teophilo

La famosa poetessa brasiliana Marcia Theophilo, candidata al Premio Nobel per la letteratura,  pochi giorni dopo il terremoto del 6 aprile 2009 ha scritto dall'Amazzonia questa poesia in italiano dedicata al popolo abruzzese. E' un onore poter ospitare sulla nostra carriola di disegni anche le sue parole.
L’Aquila

Dorme la Terra, immersa nella notte,
corpo immenso, madre,
ma lievemente insonne,
animali in riposo.

Il giorno e la notte si trovano
sotto un cielo squarciato fra terra e acqua
il corpo verde dell’Amazzonia
trema e riscopre il dolore.

Il pensiero cammina.
Spazi infiniti,
forse più del cuore,
come la pioggia bagna di lacrime terre lontane
e amori di infinito desiderio.

Malinconia spaziale,
l’acqua coi raggi del sole
si riunisce nell’altitudine
percorre con le nuvole
le distanze fra popoli.

Lucidità del cammino vegetale,
che mostra i fiumi della salvezza
gli animali lanciano il loro grido
sono forti nel mio poema verde,

i venti che sfiorano le radici
e raggiungono le voci degli uccelli
con la loro memoria sono onde
l’universo pulsa assieme.

Dall’imbrunire all’alba
sotto un cielo squarciato fra terra e acqua
al centro della Valle dell’Aterno, L’Aquila.
la brezza dell’aurora ridestata,

segnale di pericolo, di mutamento.
L’ avvolge in un intenso polverio,
e la città riscopre il dolore,
che la invade dal ventre della terra.
.
Si  mescolano preghiere nel disordine,
portate dal vento, nuvole arenose
create dalle mani dell’uomo,
illogica selva di fili e pulsanti automatici

Costruiti nel ferro assieme alle macchine,
uccelli cantori impazziti
pensano con il vento e vanno le foglie,
Alberi! Io vi chiamerò per nome:

Claraybas, Maçaranduba, Jacarandà,
Pitanga, Araçà-mirì, Ibirapitanga.
E Acero Montano, Faggio, Roverella,
Quercia, Pioppo, Olmo Campestre

canteranno tutti assieme.


Marcia Theophilo, 14 Aprile 2009

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