martedì 13 luglio 2010

Per le strade della città morta


Ho ancora negli occhi il ricordo delle strade chiuse, delle case sbarrate, delle porte con catene e lucchetti, delle pietre grandi accatastate, dell'abbandono e del deserto. Il centro de L'Aquila è morto. Si restaurano le chiese e non le case degli uomini. Per pregare il Dio dei credenti basterebbe un prato, per fare una messa un altare da campo. Restaurare le chiese vuol dire gestire oggi una montagna di euro. Ma non si spende nulla per ridare le case a chi le ha inagibili, non può tornare a viverle, deve pietire una visita e trova le crepe sempre più grandi, i disagi sempre più forti.

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